Arriviamo in fondo al secondo corridoio e, facendo un rapido calcolo delle distanze, ci accorgiamo che è più lungo rispetto al precedente; al termine del corridoio troviamo un ambiente che sembra essere un camino naturale, non c'è pavimento e, sul lato sinistro, scavata nella roccia è scolpita una scala che sale. Ma è qualcosa sul fondo che attira completamente la nostra attenzione: guardando con attenzione scorgiamo una sporgenza rocciosa, su di essa, immobile, notiamo una figura umanoide.
Eowin è la più agile del gruppo, per cui con sicuruzza innata si cala nella sporgenza mentre noi dall'alto le facciamo da contrappeso: la figura si rivelerà essere il guerriero
Krom
che, da lì in poi, si unirà alla nostra compagnia di ventura.
Accertato che lo sventurato solitario fosse vivo, lo recuperiamo e ci facciamo raccontare come è finito in fondo ad un baratro ma non ricordava molto:
Krom
ci racconta che era sulle tracce di un gruppo di banditi, era riuscito a rintracciarli ma l'ultima cosa che ricorda è una zona boschiva poi il buio. Finito il suo racconto decidiamo di seguire la scalinata di pietra e scoprire dove porta. La scala sale per circa 10 metri finendo in una stanza dove di interessante troviamo attrezzi da lavoro, una bara aperta ma vuota e dei teli. Più importante, notiamo che la porta che collega la stanza alle scale è camuffata da armadio evidentemente i proprietari dell'abitazione volevano mantenere segreto il 'retrobottega'. Da questa stanza è possibile accedere ad un secondo ambiente che capiamo essere la parte più esterna che permette di uscire anche all'aperto: fuori ci ritroviamo in un vecchio cimitero sommerso di piante. Nella parete che divide le due stanze dell'abitazione, lato cimitero, è inciso un martello, che riconosciamo come il simbolo della divinità
Moradin
.
Esploriamo velocemente il luogo ma non troviamo nulla di utile così decidiamo di tornare nella parte interrata ripercorrendo a ritroso i nostri passi; rientrati ci imbattiamo in una sala al cui interno è situato un obelisco di pietra alto circa 3 metri e con la base larga circa un metro. Ai piedi dell'obelisco troviamo una pianta ormai seccata da tempo. La stanza presenta sulle pareti dei simboli e delle incisioni che raffigurano scene di lotta e guerra: i soggetti ritratti sembrano essere umani e/o elfi ed è presenta la scritta
"In memoria"
in lingua elfica. Notiamo che nelle raffigurazioni sono messe ben in rilievo le armature dei soggetti ritratti.
Nella stanza di fronte a quella che contiene l'obelisco, troviamo due file di sedie: la prima fila ne contiene otto, la seconda cinque, ma nulla più. Di strano notiamo solamente che la porta è scardinata.
Poichè non troviamo altre stanze, torniamo indietro, ed esploriamo la zona EST del sotterraneo, rispetto al punto ove è crollato il pavimento. Troviamo una fontana, al cui interno c'è una statua che ci fa ricordare l'obelisco, qui però è rappresentata una festa. Come nell'obelisco, della statua risalta
l'armatura
e, nella parte bassa di questa, è leggibile la frase
"Con Lui per sempre."
Il guerriero rappresentato dalla statua brandisce un mazzafrusto, esaminiamo l'arma ed notiamo che i simboli la identificano come arma risonante: viene presa in custodia da
Eowin
. Notiamo inoltre che che il guerriero sembra indossare un'armatura differente rispetto a quelle raffigurate sull'obelisco: questa sembra un'armatura di cotta di maglia.
Continuiamo l'esplorazione verso EST e vediamo che sul lato destro parte un corridoio dove troviamo due stanze piccole ed una più grande. Nella prima delle due piccole troviamo un vecchio arazzo, con un angolo staccato: l'arazzo è verde con al centro un cerchio e tre foglie gialle. Nella sala più grande, invece, sono presenti otto bare da cui, dopo qualche minuto, usciranno altrettanti scheletri. Nella parete opposta all'ingresso, infatti, troviamo appeso, un rosone scolpito che raffigura lo stesso simbolo dipinto nell'arazzo che ha attirato la nostra attenzione qualche minuto prima. In mezzo al simbolo, dove si incontrano le foglie troviamo un pietra di giada, preleviamo la pietra preziosa ma questo gesto provoca il risvegliamo degli sceletri nelle bare.

Nell'ultima stanza di questa zona del sotterraneo troviamo sei statue di guerrieri con armatura pesante completa e dal volto inespressivo ed un altare dove non notiamo incisioni di alcun genere; dietro di esso notiamo un porta al di là della quale la maggior parte del pavimento è crollato, ne rimane solo una parte.
Steso di pancia troviamo una persona ferita gravemente e notiamo che nell'ambiente c'è un forte odore di zolfo. Prima di morire ci consegna un pugnale con un rubino rosso incastonato in fondo all'elsa: ci chiede di riconsegnarlo agli adepti del tempio di
Ortic
: esaminando il pugnale percepiamo una grande malvagità scaturire da esso.
Riemersi dalle catacombe, per raccogliere informazioni sulla divinità nominata dal morituro,
mi reco
da
Nimozaran
, il pugnale è evidentemente un artefatto carico di energie magiche, la sua esperienza e conoscenza potrebbero esserci di aiuto. Riassumo brevemente quanto appreso:


Il pugnale trovato sembra coincidere con l'obiettivo della nostra missione, ma il sua aura sinistra ci forza a prendere una decisione inattesa.
Di comune accordo, decidiamo di spingerci fuori dalla città per cercare il tempio della divinità ormai dimenticata e consegnare l'artefatto agli adepti di
Ortic
.
...indietro
The Eye Indice
continua...