Apriamo la porta a battenti doppi ed un vento gelido riepie l'androne facendolo diventare un luogo dal freddo penetrante.
Quell'atmosfera ci causerà non pochi problemi.
Al di là della porta troviamo un stanza completamente invasa dal ghiaccio, tutte le superfici ne erano ricoperte e le uniche cose visibili, in quella stanza color celeste, erano quattro colonne piuttosto massicce, che sembravano formate ovviamente di puro ghiaccio. Non avvertiamo nessun tipo di movimento o di rumore, ma diffidando di quel luogo placido, scaglio una delle mie saette contro una delle colonne scelta totalmente a caso. Ma non successe nulla. Fu solo dopo che entrammo tutti nella stanza che successe qualcosa!
Le colonne, infatti, altro non erano che dei contenitori che ospitavano uno zombie di ghiaccio ciascuno. Solamente Runak sembrava essere a suo agio in quel luogo, noi altri, oltre a dover respingere gli attacchi degli zombie, subivamo i morsi di quel gelo intenso.
Quei mostri, invece, sfruttavano quell'ambiente a loro vantaggio: ogni colpo che portavano a segno ci rallentava, e i loro colpi successivi risultavano assai più letali dei precedenti. Gli
Dei
vollero che riuscimmo a riorganizzarci piuttosto in fretta e a disperderci. Midhir, Xorius e Runak riuscirono a portarsi fuori dalla grinfie di qui non morti di ghiaccio. Lo scontro ci logora e non si conclude dopo aver abbattuto l'ultimo dei non morti. Non ci accorgiamo infatti che oltre alla sala dove siamo noi, tramite un piccolo ingresso privo di porta, c'è una sala adiacente da cui sbuca un Mesodemone evidentemente richiamato dal fragore dello scontro. Si rivela piuttosto resistente ai nostri attacchi ma la nostra superiorità numerica, questa volta, prevale nettamente.
Finito lo scontro lasciamo tutti quelle sale invase dal ghiaccio, tutti tranne Runak che lasciamo mentre ispeziona la sala secondaria presidiata dal Mesodemone. Noi ci affrettiamo per uscire, quello che non è riuscito alle creature, sta riuscendo egregiamente al freddo! Lentamente ma inesorabilmente, stiamo perdendo le energie vitali impegnate a non farci morire assiderati. L'ultimo ad uscire è Xorius che richiude il portone dietro di sè e quasi subito l'atmosfera torna alla normalità.
Fintanto che attendevamo Runak, ci disponemmo a ventaglio per tenere d'occhio tutti gli ingressi del salone, con Midhir, che intervalli più o meno regolari di tempo si avvicinava al portare per origliare dall'altra parte. Appena il mezzorco si riunì a noi, a turno, ci riposammo quel che bastava per riprendere la marcia. Una volta pronti imboccammo la porta noi più vicino, ritrovandoci nell'androne di un'enorme scalinata che saliva senza parapetto e, da quello che potevamo vedere, suddivisa in tre sezioni. Evocai Lockheed e lo istruì di volare fino al limite del nostro legame mistico, furtivo come un'ombra, per dare un'occhiata. Vogliamo tutti sapere se qualcuno ci sta aspettando in cima a quella scalinata così invitante. Siamo inoltre curiosi di sapere se lo spazio vuoto, formato dalla zona centrale della scalinata, ha un fondo. Fui quasi stupito di sentire Lockheed riferire che sul fondo, oltre la piattaforma non c'era nulla se non fredda pietra. Mi aspettavo una oscura caduta senza fine! Comunque sia il draghetto riportò di non aver visto nulla di interessante, fino dove era potuto arrivare.
"A questo punto dobbiamo decidere se salire o tornare sui nostri passi e vedere cosa ci aspetta al di là dell'altra porta.", disse qualcuno. "Questa non sembra essere una scalinata come le altre che abbiamo percorso. Da quello che si può vedere questa porta molto più in alto!", fece notare Midhir. Convenimmo allora di tornare indietro e verificare prima cosa ci riserva la porta diametralmente opposta a quella che abbiamo appena varcato! Le scale in fondo non si sarebbero mosse!

Oppure si?

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continua...