"Ma tu invece chi sei?", chiese Arkaan non appena avemmo concluso il nostro racconto.
"Come ho già detto, mi chiamo Ardaskel e questi sono i miei laboratori! Qui chiunque voglia prepare ed eseguire degli esperimenti può farlo in assoluta sicurezza e tranquillità".
"Che tipo di esperimenti?", lo incalzò Arkaan con fare perentorio!
"Qualunque!", fu la risposta di Ardaskel per nulla intimorito dall'interlocutore mentre si incamminva facendoci segno di seguirlo.
Mentre ci incamminiamo mi avvicino alla dragonide che evidentemente non aveva capito che Ardaskel non era ne uno sprovveduto ne minimante
impensierito dalla nostra presenza, così con voce più bassa possibile le sussurrai all'orecchio:
"Fai attenzione, cerca di contenerti!",
Mentre seguiamo il nostro ospite possiamo notare come il luogo abbia una planimetria circolare con vari corridoi che partono verso l'interno come la ruota di un calesse.
In una delle poche stanze aperte, notiamo dei contenitori simili gabbie, in cui erano "ospitate" quelle che a noi sembravano delle persone allo stremo delle loro forze.
Consci che quello non era un luogo per noi sicuro tirammo diritto in silenzio.
In pochi minuti arriviamo ad un portone e, con fare quasi sbrigativo, Ardaskel ci fece uscire salutandoci in maniera davvero inusuale:
"Se volete tornare vi farò un prezzo speciale ma a patto che mi lasciate fare qualche test a scopo di studio! Cosa ne dite vi può interessare?".
"Ci penseremo, per il momento la ringraziamo immensamente, nel caso fossimo interessati torneremo.", riuscì a rispondere qualcuno per tentare di congedarci nel modo più educato possibile.
Una volta all'esterno, notiamo che tutto il complesso del laboratorio è una struttura ricavata dal fianco di una montagna; il portone da cui siamo usciti è il terminale di un sentiero che, puntando verso il basso,
conduce ai suoi piedi.
In lontananza vediamo una città o quello che ne ha l'aspetto, attraversata da un corso d'acqua; in generale, osservandoci attorno ci accorgiamo di alcune caratteristiche interessanti di quel luogo. Tutto sembra fatto dello stesso materiale: alberi e cespugli sembrano fatti di tagliente pietra nera.
Più tardi noteremo che anche le case sembrano costruite o ricavate dallo stesso materiale.
Non c'è sole, sembra una pallida giornata autunnale che volge al termine con il cielo velato: tutto sembra molto triste.
Pochi istanti bastano per farci incamminare giù per il sentiero per non rimanere nelle vicinanze del laboratorio; mentre procediamo, guardandoci attorno, vediamo che il sentiero poco dopo la discessa si biforca. Un ramo porta verso la cittadella in lontananza, mentre,
l'altro ramo porta ad un pianura e ancora più in lontananza sono visibili delle alture ove un picco solitario cattura la nostra attenzione. La cima della montagna è collegato al resto della catena montuosa da un ponticello ben visibile anche da quella distanza.
Più camminiamo e più uno strano pensiero mi assale:
"Sembra una versione bizzarra di Fallcrest, non trovate?", domando
"E' esattamente quello che ho detto io!", ribattè Xorius
"Per i nove inferi! questo luogo mi mette talemente tanta tristezza che non ti ho sentito! Non si vede nemmeno il cielo!", risposi al mio compagno di ventura.
Approssimandoci verso la nostra destinazione viene confermata la nostra prima impressione sullo strano materiale di cui sembra fatto tutto quello che ci circonda: anche le abitazioni sembrano costruite con quella specie di pietra.
A dire il vero più che costruite le abitazioni sembrano ricavate da quel materiale: tutte hanno un aspetto improvvisato, abbozzato come se non fossero importanti per chi le abita. Sempre che ci sia qualcuno.
Anche una volta entrati in città, non incontriamo nessuno. Passando vicino al fiume possiamo vedere chiaramente come l'acqua scorra pigramente, come se fosse stanca. Il fondo si vede chiaramente, l'acqua è cristallina, ma una strana foscia
permane sulla superficie del corso d'acqua conferendogli un aspetto alquanto sinistro.
Ci fermiamo appena vediamo un segno di vita, più precisamente un cavallo stazionare legato fuori da un'edifico. Confabuliamo un poco per decidere su chi debba andare, cerchiamo inoltre di accordarci su cosa raccontare nel caso qualcuno domandasse da dove proveniamo.
Non vogliamo fare sapere che non siamo di questa dimensione, così l'idea è quella di raccontare qualche piccola bugia e rimanere sul vago ma Arkaan dimostra
di essere a disagio all'idea di dover mentire apertamente. Così optiamo di dividerci: io eRunak andremo a dare un'occhiata all'abitazione mentre gli altri tre aspetteranno fuori pronti
ad entrare in azione se mai dovessere essercene bisogno.