La puzza ci colpì come un pugno allo stomaco, non appena l'oscurità si dissolse. Un fetore nauseabondo ci avvolse e capimmo all'istante che non eravamo più nel cuore di
Tronco d'Inverno
. Il nostro olfatto è completamente invaso dall'odore di sangue e morte che aleggia attorno a noi.
Passarono alcuni istanti prima di riprendere completamente possesso dei miei sensi e delle mie facoltà. Ci ritrovammo in una fossa comune, profonda qualche metro, ricavata all'interno di un qualche tipo pavimentazione. Stavamo letteralmente galleggiando sopra un mare di cadaveri, dai resti, potevamo solo capire che erano rappresentate quasi tutte le razze note. Alcuni molto vecchi altri, invece, molto recenti.
In quel momento la nostra preoccupazione maggiore era non diventare parte di quel macabro scenario, quando da sopra le nostre teste un rumore attira la nostra attenzione: un gigante con due teste mostruose affila due mannaie con occhi bramosi di elargire morte. Era il secondo ettin che incontravamo nel giro di pochi mesi, ma quella volta difficilmente avremmo potuto evitare uno scontro diretto con un essere simile.
Inoltre le sorprese non erano finite, fin da subito io, Midhir e Xorius notiamo che sul fondo di quella fossa comune qualcosa si muove. Dapprima notammo un movimento repentino dei resti dei poveretti che vi erano ammassati: "Dobbiamo uscire da questa trappola, non siamo soli qua sotto!", urla qualcuno.
La più lesta ad uscire dalla fossa fu Crystalia il cui movimento allertò la creatura sotto i nostri piedi che tentò di sferzarla con i suoio tentacoli. Mi ci volle qualche istante per scalare la parete della fossa, purtroppo non fui abbastanza lesto: superato il bordo, al secondo passo sento un tocco bruciare la mia gamba, sento fin da subito l'azione di qualche tipo di veleno che inizia a fare effetto, mi girai appena in tempo per riconoscere due vermi iena che stavano emergendo dalla catasta dei cadaveri e pronti per uscire dalla fossa stessa.
Nel giro di qualche istante iniziai a sentire che il veleno mi stava velocemente indebolendo e rallentando. Ebbi solo tempo di spostarmi un poco per evitare di essere attaccato nuovamente da quei tentacoli micidiali e, con un enorme sforzo di volontà riuscì a recuperare un poco di energie. Mi concentai sul respiro, mi imposi di rimanere calmo e rilassato, anche se ero in mezzo ad uno scontro fuirioso, dovevo evitare di accelerare l'effetto del veleno. Gli Dei mi sorrisero e dopo qualche istante sentii svanire l'effetto del veleno, segno inequivocabile che ero riuscito ad espellere le tossine malefiche.
"Non fatevi toccare dai tentacoli di quei due vermi iena: il loro tocco è venefico e l'effetto del veleno peggiora progressivamente!", riuscì infine ad urlare ai miei compagni, che nel frattempo erano tutti usciti dalla fossa comune, spargagliandosi per non fornire un unico, facile, bersaglio.
Appena pronto mi unii alla battaglia furiosa che stavano conducendo i miei compagni contro l'ettin ed i due vermi iena: appellandomi ad
Hadar il Divoratore
riuscì a dividere le loro forze: per mezzo della zona oscura, il
Divoratore
poteva cibarsi delle carni dei vermi iena, uno dei due riuscì ad uscire dalla fossa ma l'altro messo alle strette decise di tornare a nascondersi sotto i cadaveri.
Ci volle tutta la nostra esperienza, astuzia e fortuna per abbattere le due creature rimaste visibili. Con molta faticaRunak e Crystalia riuscirono ad abbattere l'ettin, che dotato di due teste riusciva senza problemi a fronteggiarli entrambi senza alcuno sforzo apparente, mettendoli anzi in difficoltà in più di un'occasione. io, Midhir e Xorius ci occupiamo delle altre due bestie: prime abbattiamo quello emerso dalla fossa comune, subito dopo, provochiamo l'altro occultato sotto le spoglie dei poveretti che, prima di noi, sono stati prima massacrati e poi sono divenuti il pasto dei vermi iena. Ci servono diversi tentativi ma alla fine riusciamo a fare uscire allo scoperto la seconda bestia; muovendoci di continuo per non fornirle punti fissi la bersagliamo dalla distanza fino a quando non smise di muoversi, per sempre.

Lo scontro fu veramente duro, ci dovemmo riposare tutti quanti per rifiatare e capire in quale incubo eravamo finiti. Solo allora notammo con che dalla sala in cui ci trovavamo partivano due corridoi e due scalinate, ognuna delle quattro vie poste su un lato della stanza. Sopratutto notammo che l'ambiente non era illuminato tramite torce, camini o feritoie verticali che permettevano alla luce del sole di entrare. La stanza era perfettamente illunimanata da una luce bianca, chiara e assolutamente innaturale.
"Venite a vedere!", sentì pronunciare ad un certo punto Crystalia
A fianco del cadavere dell'ettin trovammo una piccola nicchia a cui, fino a quale momento, non avevamo prestato la benchè minima attenzione. In quella piccola porzione di sala, trovammo esposti alcuni macabri trofei, sotto forma di teste mozzate ed appese. Teste di diverse razze conosciute come orchi, nani, umani ed alcune sconosciute:
"Quella testa, dal colore grigi, appartiene ad uno ShadarKay", disse Midhir, "sono una razza che vive nella coltre oscura, gente piuttosto dura e spietata, che non teme nulla o quasi. Di certo non la morte! Normalmente ricercano il potere in ogni sua forma e venerano la
Regina Corvo
. Hanno l'interessante abilità di teleportarsi e riapparire sottoforma di ombra ma, evidentemente, a quest, non è servita a molto."

"Ehì la fuori! Potremmo aiutarci a vicenda!", sentimmo all'improvviso! Era una voce femminile che proveniva da un piccolo sacchetto appeso ad uno ganci della parete, in mezzo alle altre teste.
Ci guardammo silenziosi, perplessi ed con sguardo assolutamente interrogativo, anche se una cosa era assolutamente evidente: questo posto ci avrebbe regalato diverse sorprese!

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continua...