Imboccammo uno dei corridoi, secondo il nostro senso d'orientamento, stavamo puntando verso Nord. Il passaggio era piuttosto lungo,
e male illuminato, la luce era neutra e fioca ma riuscimmo a scorgere distintamente due porte: una dall'altro capo del corridoio ed una
laterale, di fronte a quest'ultima partiva una diramazione del camminamento.
Una volta giunti alla diramazione potemmo scorgere che, imboccandola, dopo pochi passi una scalinata portava verso un livello inferiore.
Decidemmo di esplorare qualsiasi cosa si trovi al di là della porta più vicino a noi, quella laterale.
Con fare guardingo Midhir appoggiò l'orecchio alla porta e dopo qualche istante
scosse la testa: dalla parte opposta non arrivava nessun tipo di rumore. Aperto l'uscio, uno sbuffo d'aria gelata ci investì, incredibilmente nella
stanza sembrava che avesse nevicato. Una lieve coltre bianca ricopriva completamente il pavimento e fu solo grazie allo spirito di osservazione
di Midhir che notammo delle orme. Qualcosa di leggero le aveva impresso in quella
distesa altrimenti completamente piatta.
A piccoli passi, molto circospetti, entriamo nel nuovo ambiente e ci dirigiamo subito verso una nuova porta, la prima che vedemmo, sulla parete
alla destra dell'ingresso. Runak si avvicinnò con fare guardingo, per appoggiare l'orecchio,
ma appena toccò la porta una montagna di ossa iniziò a riversarvi su di noi. Preso alla sprovvista non riesco a spostarmi di lato e
vengo investito in pieno, in un paio di secondi sono completamente immobilizzato da quella marea di
resti ossei. Crystalia subì il medesimo trattamento.
Per quanto fosse grottesco, la pressione della massa d'ossa fu tale che riportai non poche ferite e fui fortunato, infatti, del tutto casualmente dopo lunghi istanti
il flusso di testi, ossa e quant'altro cessò. Giusto in tempo per essere trascinato via da Midhir e Runak
dopo avermi legato una corda attorno al torace.
Xorius impiega le sue capacità curative per rimetterci in sesto, subito dopo, Crystalia raggiunge
Runak in avanscoperta. Non passarono che pochi secondi che venimmo attaccati da un branco di tipo di medie dimensioni,
la nostra presenza e il rumore della cascata di ossa li aveva innervositi. Non appena videro i miei compagni avvicinarsi attaccarono.
Doveva esserci una colonia in quella stanza perchè fummo attacchi in più riprese ma fortunatamente per noi questi topi erano "normali" e non
subimmo danni di alcun tipo.
Tornammo sui nostri passi, fino al corridoio principale, dirigendoci alla doppia porta che lo chiudeva. Aprimmo cautamente ma questa volta non c'era nessun tipo di ondata a tentarci di sommergerci vivi.
Quello che ci si presento fu invece il sogno di ogni studioso: un'intera biblioteca. Ma, essendo una biblioteca all'interno di una piramide prigione, non era una biblioteca ordinaria.
Fatti pochi passi, sentì un piccolo ronzio insinuarsi nella mia mente, dopo qualche attimo, il ronzio divenne una cacofonia di voci, voci che parlavano anche lingue diverse e che ben presto divenne assai fastidioso.
"Le sentite anche voi? Queste voci, nella testa?", domandò quasi ognuno di noi, contemporaneamente.
"Sono le voci dei ricordi scritti nei libri.", spiegò Vyrellys.
"Quella statua invece chi raffigura?", domandai, indicando la statua che era sorgeva nel centro della biblioteca
in mezzo ad a quello che sembrava un piccolo giardino erboso.
"Quella ero io!", rispose in tono malinconico.