"Non ci vuole un genio per capire che è una trappola: è tutto troppo facile!", mi fece eco Runak, "Che ne dici di mandare il tuo draghetto?"
"Direi che è un'ottima idea.", risposi mentre mi concentravo per evocare Lockheed, che apparve con un piccolo sbuffo di fumo, dal mio corno sinistro. Istruì il mio piccolo compagno fluttuante per fare una ricognizione nell'ampia sala che si apriva di fronte a noi. Gli intimai di essere discreto e silenzioso come un'ombra ma non appena questi partì all'interno della biblioteca venne polverizzato praticamente subito! Sentì la sua energia tornare da me, così lo evocai nuovamente:
"Cos'è successo?", gli domandai
"Non nè ho idea, ho visto solo una piccola saetta luminosa, ma null'altro! E prima che me lo domandi non ho intenzione di riprovarci, non sono un puntaspilli!", rispose piuttosto piccato!
Provai a convincerlo ma non riuscì a fargli cambiare idea: probabilmente visto da fuori, la scena dovette essere piuttosto comica, per me invece fu solo frustrante!
"Vado avanti io, come al solito", sbottò Runak, "aspettate qualche istante e venitemi dietro."
Ma poco dopo l'ingresso del mezzorco, notiamo del movimento sul camminamento rialzato che permetteva di consultare libri disposti lungo tutto il perimetro: riconosciamo un umanoide immortale noto come Divoratore di conoscenza. Quello che vedemmo, sembrava impugnare una specie di arco.
"In realtà spara dei dardi psichici", rivelò Midhir, "Dobbiamo fare molta attenzione, quando attaccano dalla distanza possono anche riuscire a scagliare più di un dardo alla volta! Altri della sua specie invece solitamente attaccano in mischia con delle scimitarre. In ogni caso sono particolarmente resistenti agli attacchi psichici; sono noti come la prole di
Vecna
"Quello che segui fu piuttosto convulso, Runak infatti, notato il Divoratore di Conoscenza con il suo arco spara dardi, non ci pensò due volte e fece per precipitarsi sulla scala più vicino a lui che conduceva al piano rialzato. Sfortunatamente l'arciere non era solo e Runak, praticamente senza accorgersene, andò a sbattere contro un secondo umanoide della stessa specie. Spuntarono come funghi in una giornata di pioggia autunnale, nel giro di qualche secondo, la biblioteca ne fu invasa: un paio bersagliavano dal camminamento rialzato chiunque si avventurase nella sala, altri tre attendevano erano al piano terra con le armi sguainate. Pronti ad usarle.
Lo scontro fu lungo e faticoso, Runak si trovò d'improvviso in mezzo a cinque avversari, noi non potevamo a far altro che seguirlo e suddividere le forze degli avversari.
Io corsi dietro alla scansia più vicina, mi copriva da uno degli arcieri ma ero bersaglio facile per l'altro. Ci vollero diversi tentativi per abbattere almeno uno dei due cecchini, ma alla fine, io e Midhir ci riuscimmo.
"Perchè perdete tempo, quando qui c'è la statua che mi raffigura qui a pochi passi", sento urlare Vyrellys, nel bel mezzo dello scontro.
"Tu sarai anche senza un corpo, ma noi ancora no!", fu l'unica cosa che riscì a risponderle.
Mentre Crystalia e Xorius davano supporto al mezzorco, io e Midhir ci occupammo dei due sul paino rialzato. Eliminato il primo, potemmo concentrarci su quelli al piano terra.
Come se i divoratori di conoscenza e le parole incalzanti di Vyrellys non fossero abbastanza, la marea di voci riversata nella mia mente dai libri iniziò a diventare piuttosto fastidiosoa. Divenne difficile concentrarsi, ancor di più concentrare le energie mistiche per poter eseguire un attacco efficace.
Comunque sia appena riuscimmo bersagliare dalla distanza le creature al piano terra, Runak potè disimpegnarsi da loro, precipitandosi così contro il secondo cecchino, quello a noi più lontano. Accecato dalla furia Runak lo falciò quasi all'istante.
Recuperate le forze, dopo lo scontro, mi avvicino alla statua: "Qualcuno può coprirmi le spalle? Voglio ispezionare la stuta.", domandai.
"Ti seguo io", rispose Crystalia.
Assieme ispezionammo quella gigantesta raffigurazione di Vyrellys ma senza trovare nulla di prezioso o interessante. Per non lasciare nulla al caso ripongo a terra sia la mia verga che il globo di ossidiana e mi arrampico fino in cima fino la testa della statua. L'esito non cambiò.
"Questa statua non ha nulla di particolare.", dissi mentre recuperavamo la mia attrezzatura
"Non è possibile!, Non ha senso! Deve esserci qualcosa.", furono le parole di Vyrellys, in tono piuttosto grave. "Proviamo in un altro modo allora! Crystalia avrò bisogno di qualche minuto, proverò a rilevare eventuali energie mistiche.",
Mi siedo nel piccolo giardino erboso in cui era posizionata la statua, chiusi gli occhi e mi rilassai. Per come l'ho imparato, rilevare le energie mistiche è un pò come ascoltare la musica. Una musica che proviene da lontano, ascoltata non con le orecchie ma con la mente e qualcos'altro. Quando la percepisci qualcosa, dentro di te, vibra e puoi seguendone l'intensità puoi risalire alla fonte.
"In questa stanza, rilevo tre punti di particolare interesse mistico.", dissi dopo circa cinque minuti.
Fu così che riusci a guidare Midhir e Crystalia all'esatta ubicazione di due oggetti incantati mentre io trovai il terzo. "Trovata!", forno le parole di Midhir, dopo qualche minuto, "Spostando dei libri ho trovato una pergamena. Contiene un rituale per rianimare i morti!".
"Io invece ho trovato una piccola fialetta, dovrebbe contenere del residuum.", gli fece eco dopo qualche minuto Crystalia.
Io invece in mezzo ai tanti libri trovai un'altra pergamena: "Ho trovato il terzo oggetto, un'astuccio d'osso...Dentro c'è una pergamena con il rituale per consultare sapienti mistici!", la vista di una quantità simile di libri è sempre fonte di emozione, così non potei fare a meno di tenerne uno, in lingua draconica.
"Non può essere tutto qui! Azrael! la statua deve significare qualcosa!", dopo il ritrovamento degli oggetti incantati Vyrellys iniziò a farsi particolarmente insistente, a più riprese, mi chiese di tornare ad esaminare la statua. Per non indispettirla e per non lasciare nulla di intentato l'accontentai ma, ancora una volta, non trovai assolutamente nulla, cosa che fece piombare nella disperazione la principessa. Per tentare di calmarla incominciai a parlarle nella sua lingua madre, l'elfico, citando alcune leggende e alcuni anedotti che mi raccontarono in gioventù alcuni degli elfi con cui ebbi la fortuna di vivere. Dapprima Vyrellys fu sorpresa di sentirmi parlare in elfico ma dopo qualche istante la sua voce si fece parecchio più rilassata fino a quando non riprese completamente il suo contegno.