Attraversato il salone per tutta la sua lunghezza e varcata la piccola porta ad arco, ci ritrovammo in un'ambiente alquanto singolare, che ancora non avevamo affrontato. Varcata la soglia, era disposto un ponte sospeso di legno che degradava verso una piattaforma di circa dieci metri quadrati, al di sotto di essa, acqua. Tutta l'ambiente era invaso dall'acqua. Dalla piattaforma partiva un altro ponteggio, diametralmente opposto al nostro ed una passerella che perpendicolare ai due ponti, che arrivava ad una breve scalinata rialzata. Alcuni fori disposti sul soffitto della stanza permettevano alla luce di filtare dall'esterno (?), conferendo a quell'ambiente un aspetto piuttosto sinistro. Arrivati sull'uscio di ingresso non ci accorgemmo che non eravamo soli, fu solo quando ci ritrovammo tutti in acqua che notammo delle figure appollaiate sulle palizzate di sostegno del ponte. Ad una breve occhiata sembravano delle statue inanimate, in realtà erano tutto meno che innoque: ci eravamo imbattuti infatti in un gruppo di arpie: il loro canto così armonico e delizioso, aveva offuscato i nostri sensi e le nostre menti, obbligandoci a lasciare la nostra posizione rialzata per entrare in quella specie di stagno coperto. L'acqua non era profonda, ci arrivava al massimo alla vita e non rischiavamo l'annegamento, solo che non era il nostro ambiente ideale per ingaggiare un combattimento. Dopo qualche istante emersero infatti degli umanoidi, che qualcuno identificò come sahuagin. Quattro in tutto, tre guerrieri e, quello che in tutto per tutto, sembrava essere uno sciamano.
Accerchiato e in un ambiente assolutamente a me non congeniale, decido di ricorrere alle abilità di Vyrellys: colpisco tutte le creature acquatiche con il suo vortice psichico, subito dopo, mi volto indietro visualizzo il salone adiacente e mi teletrasporto dove riesco a posare lo sguardo, lontano dalle arpie. Passato qualche istante, sento che l'influenza di quelle creature è svanito, così ritorno sull'uscio che immette nel ponteggio in legno e mi riunico ai miei compagni.
Eliminiamo i nostri aggressori ma il loro sciamano riesce a fuggire: una volta in immersione quelle creature sono praticamente invisibili. Da quello che sappiamo i sahuagin tendono a formare e vivere in comunità nei luoghi in cui si insediano, di conseguenza ci affrettiamo ad uscire dalla sala-stagno. Ricominciamo la nostra esplorazione, imbocchiando la passerella perpendicolare al ponteggio, Runak va in avanscoperta di qualche metro rispetto al resto del gruppo: è così che scopriamo di poter tornare alla stanza in cui ci siamo materializzati al nostro arrivo nella
Piramide delle Ombre
! In poco più di un'ora ritorniamo diverse volte sui nostri passi, fino a quando non decidiamo di tornare al salone che conduce alla scalinata che sale verso l'altro. Le sale o stanze finora inesplorate si rivelano tutte invase dall'acqua: visto il nostro recente incontro, con le creature anfibie nessuno di noi si fida ad entrarvi.

"Io però non riesco a credere che là dentro non ci sia veramente nulla!", esordì Runak puntando un braccio verso la sala di ghiaccio.
"Le armi potrebbero essere state spostate", gli fece eco Vyrellys
"Ci credo ma non voglio lasciare nulla al caso, chi viene con me per un'ultima ispezione?", ribatte lui.
"Puoi contare sul mio aiuto!", rilanciò Arkaan.
"Gli altri facciano come vogliono, ma io ti aspetto qui, quel luogo non fa per me!", dissi io senza troppi indugi, "In caso di necessità urla o spalanca la porta e sarò subito dei vostri.".
"Questa volta passo anche io", disse Midhir.
"Rimango qui anche io, faremo in modo di essere all'erta.", disse infine Xorius.

Come successo un paio di ore prima, ci disponemmo a ventaglio, tenendo bene in vista le vie d'accesso al salone; questa volta a tendere l'orecchio, per segnalare eventuali pericoli dall'altra parte, era Xorius. Fortunatamente, come prima, non ci fu mai nulla da segnalare. Se non il pessimo umore di Runak quando lui ed Arkaan uscirono da quell'inferno di ghiaccio.
"Nulla! Nulla di Nulla! Incredibile..."

La scalinata era ancora lì, ad attenderci........

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continua...