Silenziosamente Runak accosta l'orecchio al portone a doppio battente, attende qualche secondo, poi volta verso di noi, scuotendo la testa in senso negativo; non sentendo alcuna attività dall'altra porta spalanca la porta. Dopo un breve tratta di corridoio vediamo un'altra porta del tutto simile alla prima. Guardinghi ci avviciniamo, Runak ripetè la medesima azione, accostandosi con l'orecchio ad una delle aperture. Nuovamente non sentendo nulla aprì anche la seconda porta.
Questa volta ci troviamo all'ingresso di un piccolo studio, con uno degli angoli completamente nascosto da due tende. Nell'angolo a noi più lontano un tiefling era chino su una scrivania completamente sommersa di libri.
"E' lui, Karavacos! Svelti prendetelo, non lasciatelo fuggire!", urlò improvvisamente Vyrellys, intravedendo quella figura curva.
A quelle prole egli si voltò di scatto, con lo stupore dipinto sul volto!
Di scatto Runak si avventò su Karavacos come una furia, arrivato appena gli fu addosso, lascio cadere la sua ascia per poterlo afferrare con entrambe le mani ed immobilizzarlo ma, all'ultimo istante, quando il mezzorco aveva quasi afferrato le vesti del tiefling, questi scompare, lasciando dietro di sè solamente un sordo 'puff'. Di contro, di fronte a noi si materializza un muro liscio, conpletamente nero, che ci impedisce sia di vedere ciò che avviene dall'altra parte sia di entrare.
"E' solido", rivelò Arkaan, dopo aver tastato e bussato contro il monolito.
"Runak riesci a vederci? Qui di fronte a noi si è materiliazzata una specie di porta, completamente nera.", domandai.
"Si lo vedo anche io e vedo solo quello!", fu la risposta, "Sbrigatevi a farlo sparire, Karavacos deve avermi fatto qualcosa, perchè sento che mi sto indebolendo."
A quelle parole iniziamo a tempestare di colpi quell'oggetto nero che però non sembrava affatto soffrirne.

Proviamo a più riprese a sfondare il monolite o, in alternativa, lo stipite della porta, l'idea era che se non potevamo attraversarlo forse potevamo aggiararlo. Ma nulla ebbe effetto. Io, Midhir e Xorius iniziamo allora ad analizzarlo, dato che gli attacchi non scalfiscono l'oggetto, ci convinciamo che sia un artefatto mistico così ci concentriamo per capirne l'origine ed il funzionamento.
"Azrael, guarda sull'angolo destro, in alto; c'è un'anomalia nelle vibrazioni mistiche", sento dire da Midhir dopo qualche istante.
"Sì ora lo vedo", replico, "Ed ora riesco a vedere anche qualcos'altro! Un piccolo punto da cui parte una vibrazione che crea un'interferenza.", aggiungo poco dopo.
"Aspetta...si l'ho trovato".
"Inizio a vedere qualcosa anche io", fece eco con voce esultante Xorius.
"Ho capito!", annunciai con tono trionfante dopo alcuni lunghi istanti, "quel punto è un difetto, chiamiamolo di fabbricazione. Quando questo monolito è stato creato, in quel punto la trama magica non è stata temprata bene. Colpito in modo appropriato, l'oggetto si sperebbe; in particolare serve un doppio colpo! O meglio, una volta colpito il monolito in quel punto, si deve riappoggiare l'arma nello stesso punto. Questo provocherà una perturbazione che manderà in frantumi il blocco nero."
A turno tutti e quattro iniziamo a concentrarci per colpire quel minuscolo punto del blocco nero. Tentiamo persino io e Midhir che notoriamente siamo pessimi nell'uso delle armi da battaglia: naturalemente senza successo.
Arkaan dopo quache tentativo a vuoto centra l'obiettivo: vediamo così il monolite dapprima sbriciolarsi poi dissolversi nel nulla, come non fosse mai esistito.

Entriamo nello studio e ci accorgiamo subito che l'aria è pesante, quasi venefica, ma non letale.
"Ho dovuto abbattere quei due affari! Sembrano candelabri normali in realtà stavano avvelenando l'intera stanza", spiegò Runak.
Controlliamo da cima a fondo l'intera stanza ma non troviamo nulla di utile. Da parte mia cerco eventuali fonti mistiche ma sempre invano; la mia attenzione viene comunque attirata da qualcosa che personalmente ritengo altamente prezioso. I libri di Karavacos, mi avvicino incuriosito alla scrivania su cui era assorto. Ne approfitto per requisirne qualcuno: quello che stava consultando chissà che con un poco di fortuna non ci possa fornirequalche indizio sui suoi piani. Dalla pila di libri accastati in un angolo del leggio ne prendo un paio più o meno a caso e tutte le pergamente che trovo, una volta volta arrotolate sono più maneggievoli dei libri. Ripongo tutto il bottino nello sacca magica che chiedo a Xorius.
Midhir ispeziona accuratamente tutte le pareti in cerca di nicchie o passaggi nascosti ma non trova nulla, così decidiamo di uscire e ricominciamo l'esplorazione.


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continua...