Avanzammo in quell'ambiente collinare e, a pochi passi da noi, vedemmo ancora una volta un altare, posizionato all'interno di un'area racchiusa da quattro colonne. Ci dividemmo, Xorius si incamminò seguento la parete a destra dell'uscita, da quello che potemmo capire in direzione Est, mentre Midhir, Runak e Crystalia si avviarono verso il piccolo altare. Dal canto mio, in quel luogo, qualcosa mi suonava storto, forse mi ricordava troppo la sala in cui nemmeno un paio di ore prima, un terrore vegetale dall'aspetto di albero secolare per poco non mi stacca la testa di netto. Rimasi dietro di qualche metro, tenendo d'occhio sia il terzetto, che Xorius.
Forse qualcuno (?) riuscì a percepire i miei pensieri, allontanatisi di circa una decina di metri sento i miei compagni di ventura brontolare ferocemente, nel giro di pochi attimi infatti, sono tutti bloccati da alcuni rampicanti cresciuti attorno ai loro piedi, immobilizzati come statue di granito. Dal nulla si materializzano due arborei ed un ettercap. Quello nella posizione più svantaggiata risulta Midhir che si trova bloccato al suo posto ed ingaggiato in un corpo a corpo così, dalla mia posizione, tento di dargli supporto. La battaglia volge rapidamente a nostro favore, tanto che Xorius, riesce a bloccare uno degli arborei così da poterlo interrogare.
Scopriamo così che ci troviamo in quello che viene chiamato
Il Prato Nero
e ospita le anime dei caduti della loro setta,
motivo per il quale questi esseri sono piuttosto aggressivi nei nostri confronti. L'essere ci rivela inoltre che non esistono altri accessi alla piramide
oltre alla porta che abbiamo varcato, pochi metri dietro di noi. Lo lasciamo andare, vivo, accordandoci con non avremmo più subito attacchi a patto di non
tornare più in quel luogo.Per i nove inferi
Dove siamo finiti? Da quello che percepiamo Il Prato Nero
è allo stesso tempo all'esterno
della Piramide delle Ombre
, sia dentro di essa. Torniamo sui nostri passi e rientriamo all'interno dell'edificio, tenendo fede alla nostra parte di accordo, e ci dirigiamo verso l'unica porta che ancora non avevamo varcato. Mando Lockheed in ricognizione, passa qualche minuto e lo vediamo tornare da noi piuttosto forsennatamente mentre in sottofondo sentiamo urlare l'allarme, gridato da un arboreo che vediamo solo in un secondo momento.
cinghiale feroce, arboreo mietitore ed una terza creature che dapprima non riuscimmo a notare, aveva infatti la diabolica facoltà di apparire e scomparire rendendola poco visibile. I nostri colpi, questa volta, furono decisi e decisamente efficaci, non ebbero scampo. Sentimmo qualcuno o qualcosa emettere un grido lancinante ci preparammo ad un nuova battaglia, ma non successe nulla di conseguenza, poichè eravamo piuttosto provati recuperammo un poco di energie, trovammo un piccolo riparo dove riposare un paio di minuti.
Una volta pronti decidiamo di mandare Lockheed in avanscoperta ancora una volta, partendo da quella che sembra la zona Est. Così usando il draghetto come nostri occhi, avanziamo e esploriamo tutto il nuovo ambiente che, a ad ogni passo che facciamo, inizia a prendere le sembianze di una specie di labirinto. Troviamo anche un corridoio che ci riporta alla sala dove ci siamo materializzati.
Completiamo la nostra ricognizione senza incrociare nessun altro essere vivente. Imbocchiamo l'unica direzione uscente dall'area, un corridoio che via via diventa sempre più stretto, fino ad avere la larghezza giusta per una sola persona. Lo seguiamo fino a trovare l'ennesima porta. Per due volte tento di rilevare eventuali tracce o fonti arcane senza avvertire nulla. Con circospezione la apriamo ed entriamo: la nuova stanza è completamente vuota, ad eccezione di due statue poste l'una di fronte all'altra. Agli estremi della parete opposta all'ingresso, poste agli angoli, vediamo due porte: quella di fronte al nostro ingresso è accessibile scendendo qualche scalino dopo un brevissimo corridoio. Mentre entriamo Crystalia e Vyrellys si beccano come comari qualsiasi, non curanti del fatto che potremmo allertare dei potenziali aggressori. L'umana e Runak si dirigono ad ispezionare le due statue, una per uno, ma Crystalia non arriverà mai alla sua. D'improvviso infatti sentiamo un suono sordo, di pietra che striscia contro altra pietra, ci giriamo, giusto in tempo per vedere la nostra compagna scomparire, inghiottita in qualche modo dal pavimento.
Cautamente, Runak attraversa la stanza, dirigendosi verso la statua verso cui era diretta anche la nostra compagna: dopo una breve occhiata al pavimento ripecorre le stesse orme di lei, facendo scattare nuovamente la trappola. Posso così vedere la trappola in funzione: calpestando in sequenza alcuni quadranti del pavimento questo esegue una rotazione, come la ruota di un mulino ad acqua: la porzione del pavimento viene rimpiazzato istantaneamente da una nuova superficie ma, la rotazione, lancia letteralmente il malcapitato verso un passaggio che rimane aperto solo per una frazione di secondo.